lunedì 24 novembre 2008

Net-stalgic

Se conosci bene una città ci vivi meglio. Allo stesso modo, adesso che conosciamo internet più di quanto lo conoscevamo quindici anni fa, lo usiamo meglio. In entrambi i casi, però, abbiamo perso gran parte del fascino che una città e internet possedevano prima che li conoscessimo così bene.

Oggi riguardo alla rete, rispetto al... secolo scorso, siamo passati da un territorio vergine a uno civilizzato, cioè da un caos primordiale a una struttura organizzata. Intendiamoci, con grande risparmio di tempo e incremento di funzionalità. Come per quasi tutte le cose, dunque, non si stava meglio quando si stava peggio: si sta meglio oggi. Però un momento di nostalgia, purchè sia breve, va sempre concesso a tutti.

Navigare in internet ora è come muoversi in una grande città piena di indicazioni (spesso peraltro non richieste); prima invece era come vagare in un'immensa città priva di riferimenti: accendevi il computer e ti collegavi alla rete con la sensazione epidermica di tuffarti in un mare di opportunità, di avere il mondo a portata di mano. Ed era effettivamente così, solo che di quel mondo non sapevi bene cosa potevi o dovevi fare.

Non sapevi cosa cercare di preciso, così ti muovevi a caso, cliccando a occhio, seguendo istintivamente tracce, navigando a vista e capitando in luoghi inaspettati e spesso inesplorati, per lo più privi di grande importanza ma affascinanti come quegli angoli sconosciuti di una città che scopri da solo quando ti perdi per mancanza di indicazioni o di senso dell'orientamento.

Spesso eri colto da un blocco e rimanevi lì impacciato, a fissare alternativamente il monitor e la tastiera senza sapere cosa digitare, verso quale parte del mondo dirigerti. E infatti per un certo periodo conobbero un discreto successo i cosiddetti “siti roulette”, i quali ti spedivano loro da qualche parte, letteralmente a casaccio. Ricordo con tenerezza quando atterrai nella home page di una famigliola scozzese, con tanti bambini dai capelli rossicci che avevano messo in rete con orgoglio il loro antico albero genealogico e le foto del luogo meraviglioso in cui vivevano.

Certo era un modo dispersivo di frequentare internet, come lo è girovagare per una città sconosciuta. Ma c'è qualcosa di più affascinante di camminare per viuzze e piazzette ignote senza cartina e senza curarsi dei nomi delle strade?

Oggi è molto diverso il modo di utilizzare internet. Quando la mattina accendo il computer (che in pratica si accende già connesso alla rete, altro incredibile cambiamento rispetto alle attese e ai primitivi rumori di connessione di un tempo) conosco a memoria i passaggi che “devo” effettuare: controllo posta, controllo notifiche su Facebook, panoramica di foto su Flikr, controllo commenti sul blog, lettura di annunci di lavoro e proposte di collaborazione, controllo saldo conto corrente (che tanto è sempre uguale, cioè scarso) e così via rinnovando più volte ognuna di queste azioni fino a sera, interrompendo regolarmente il lavoro, anch'esso naturalmente da fare via internet.

In definitiva: un tempo mi connettevo alla rete senza sapere cosa fare, adesso ogni giorno quando mi connetto mi chiedo se riuscirò a fare tutto quello che devo fare prima di sera. E quasi di sicuro non capiterò mai più per caso sul sito di un'allegra famiglia scozzese.

Poi, gli strumenti a disposizione... I primi rivoluzionari (almeno per me) programmi di chat e messaggistica istantanea, come Icq, spalancavano le porte della connessione globale permanente (perfezionata solo qualche anno dopo dagli abbonamenti a costo fisso). La globalizzazione era piombata nella tua stanza e sentivi di doverne fare qualcosa, anche se non sapevi bene cosa.

Ora che invece la connessione globale permanente è normalità quotidiana, non affascina più così tanto. Sarà per questo che nel 1999, con il rudimentale Icq, dalla mia camera intrattenevo scambi notturni di messaggi con i giovani di Belgrado che si trovavano sotto le bombe, mentre adesso con il raffinato Facebook chiedo alla mia ragazza se ha finito di lavorare, per sapere quando buttare la pasta.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

sconvolgente. fino ad ora non ci avevo mai pensato. cambia tutto così velocemente…

Anonimo ha detto...

e non solo velocemente, cambia anche assieme a noi, e da oggetto enorme e ingombrante sta diventando una pellicola che ci avvolge sempre più stretta.

Anonimo ha detto...

speriamo che non ci stringa talmente tanto da soffocarci. :)

Cristiano Carli - copywriter ha detto...

No, dai... non volevo suscitare inquietudini. Alla fin fine, se devo scegliere tra l'internet che c'era e l'internet che c'è, scelgo il secondo perché offre opportunità forse più "standardizzate" ma più concrete. Poi, la nostalgia è un'altra cosa...