Se conosci bene una città ci vivi meglio. Allo stesso modo, adesso che conosciamo internet più di quanto lo conoscevamo quindici anni fa, lo usiamo meglio. In entrambi i casi, però, abbiamo perso gran parte del fascino che una città e internet possedevano prima che li conoscessimo così bene.
Oggi riguardo alla rete, rispetto al... secolo scorso, siamo passati da un territorio vergine a uno civilizzato, cioè da un caos primordiale a una struttura organizzata. Intendiamoci, con grande risparmio di tempo e incremento di funzionalità. Come per quasi tutte le cose, dunque, non si stava meglio quando si stava peggio: si sta meglio oggi. Però un momento di nostalgia, purchè sia breve, va sempre concesso a tutti.
Navigare in internet ora è come muoversi in una grande città piena di indicazioni (spesso peraltro non richieste); prima invece era come vagare in un'immensa città priva di riferimenti: accendevi il computer e ti collegavi alla rete con la sensazione epidermica di tuffarti in un mare di opportunità, di avere il mondo a portata di mano. Ed era effettivamente così, solo che di quel mondo non sapevi bene cosa potevi o dovevi fare.
Non sapevi cosa cercare di preciso, così ti muovevi a caso, cliccando a occhio, seguendo istintivamente tracce, navigando a vista e capitando in luoghi inaspettati e spesso inesplorati, per lo più privi di grande importanza ma affascinanti come quegli angoli sconosciuti di una città che scopri da solo quando ti perdi per mancanza di indicazioni o di senso dell'orientamento.
Spesso eri colto da un blocco e rimanevi lì impacciato, a fissare alternativamente il monitor e la tastiera senza sapere cosa digitare, verso quale parte del mondo dirigerti. E infatti per un certo periodo conobbero un discreto successo i cosiddetti “siti roulette”, i quali ti spedivano loro da qualche parte, letteralmente a casaccio. Ricordo con tenerezza quando atterrai nella home page di una famigliola scozzese, con tanti bambini dai capelli rossicci che avevano messo in rete con orgoglio il loro antico albero genealogico e le foto del luogo meraviglioso in cui vivevano.
Certo era un modo dispersivo di frequentare internet, come lo è girovagare per una città sconosciuta. Ma c'è qualcosa di più affascinante di camminare per viuzze e piazzette ignote senza cartina e senza curarsi dei nomi delle strade?
Oggi è molto diverso il modo di utilizzare internet. Quando la mattina accendo il computer (che in pratica si accende già connesso alla rete, altro incredibile cambiamento rispetto alle attese e ai primitivi rumori di connessione di un tempo) conosco a memoria i passaggi che “devo” effettuare: controllo posta, controllo notifiche su Facebook, panoramica di foto su Flikr, controllo commenti sul blog, lettura di annunci di lavoro e proposte di collaborazione, controllo saldo conto corrente (che tanto è sempre uguale, cioè scarso) e così via rinnovando più volte ognuna di queste azioni fino a sera, interrompendo regolarmente il lavoro, anch'esso naturalmente da fare via internet.
In definitiva: un tempo mi connettevo alla rete senza sapere cosa fare, adesso ogni giorno quando mi connetto mi chiedo se riuscirò a fare tutto quello che devo fare prima di sera. E quasi di sicuro non capiterò mai più per caso sul sito di un'allegra famiglia scozzese.
Poi, gli strumenti a disposizione... I primi rivoluzionari (almeno per me) programmi di chat e messaggistica istantanea, come Icq, spalancavano le porte della connessione globale permanente (perfezionata solo qualche anno dopo dagli abbonamenti a costo fisso). La globalizzazione era piombata nella tua stanza e sentivi di doverne fare qualcosa, anche se non sapevi bene cosa.
Ora che invece la connessione globale permanente è normalità quotidiana, non affascina più così tanto. Sarà per questo che nel 1999, con il rudimentale Icq, dalla mia camera intrattenevo scambi notturni di messaggi con i giovani di Belgrado che si trovavano sotto le bombe, mentre adesso con il raffinato Facebook chiedo alla mia ragazza se ha finito di lavorare, per sapere quando buttare la pasta.
lunedì 24 novembre 2008
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4 commenti:
sconvolgente. fino ad ora non ci avevo mai pensato. cambia tutto così velocemente…
e non solo velocemente, cambia anche assieme a noi, e da oggetto enorme e ingombrante sta diventando una pellicola che ci avvolge sempre più stretta.
speriamo che non ci stringa talmente tanto da soffocarci. :)
No, dai... non volevo suscitare inquietudini. Alla fin fine, se devo scegliere tra l'internet che c'era e l'internet che c'è, scelgo il secondo perché offre opportunità forse più "standardizzate" ma più concrete. Poi, la nostalgia è un'altra cosa...
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