martedì 27 ottobre 2009

Elogio della correzione di bozze

Io dico sempre che non si può mai capire che cosa è veramente un quadro od oggetto, se non lo si spolvera tutti i giorni, e non si può capire che cosa è un libro se non lo si dattilografa o se non se ne correggono le bozze. Solo allora vi produce un effetto cui non arriva la semplice lettura. Buon numero di anni dopo, Jane Heap diceva di non aver mai apprezzato il valore dell'opera di Gertrude Stein fino al giorno in cui non ne corresse le bozze.

Gertrude Stein
Autobiografia di Alice Toklas

venerdì 12 giugno 2009

martedì 9 dicembre 2008

Tesori antropologici, il libro fotografico di Francesca Mascotto


Sabato 13 dicembre alle 17, a Palazzo Brusarosco-Zaccaria in Contrà Porta Santa Croce 3 a Vicenza, si terrà la presentazione del libro Tesori antropologici di Francesca Mascotto (Biblos edizioni, Cittadella - Pd).

Francesca Mascotto, biologa, fotografa e pubblicista freelance, svolge da anni attività di ricercatore e docente delle culture dei popoli.
Ha compiuto numerosi viaggi in Asia, Africa, Centro e Sud America, Nuova Guinea. Collabora ad importanti pubblicazioni di carattere antropologico sia nazionali che internazionali, documentando tradizioni, riti e cerimonie delle varie civiltà.

Il suo campo di indagine rivolto all’analisi simbolica delle immagini, i suoi studi sul Buddhismo tibetano e sulle ritualità africane sono stati presentati e documentati in numerose mostre fotografiche in Italia e all’estero e in articoli specialistici.

Da anni è impegnata nella raccolta di materiale relativo alla simbologia della maschera africana e asiatica e allo studio dell’estetica applicata all’immagine.

È stata la prima fotografa occidentale a poter documentare nel 1993 il Tiji, rappresentazione sacra che si tiene a Lo Manthang in Mustang, distretto del Nepal chiuso ermeticamente agli stranieri dopo l’invasione cinese del Tibet nel 1960, fino alla primavera del 1992. Partecipa con la sua ricerca artistica a diverse manifestazioni interculturali, contribuendo con le sue fotografie a rendere più vicine le culture dei popoli.

Attraverso incontri, interviste televisive e conferenze ha dato ulteriore testimonianza del suo percorso di ricerca sulle tematiche dei diritti dell’uomo.

Alla presentazione verranno proiettate le immagini del libro. Interverranno Mario Bagnara, presidente della Biblioteca Internazionale "La Vigna"; Giovanni Giuliari, assessore alla famiglia e alla pace; Giuseppe Dal Ferro, esperto in culture interetniche; Giorgio Bordin, curatore della prefazione del volume.

martedì 25 novembre 2008

YOUNG BLOOD 2007

IL SANGUE GIOVANE DELLA CREATIVITÀ ITALIANA
E "PREMIO TERNA" FA INCONTRARE CULTURA E IMPRESA

Il “sangue giovane” della creatività italiana è raccolto in Young Blood 2007, nuova pubblicazione presentata nei giorni scorsi al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Edito da Iron Production in collaborazione con Terna – società che possiede e gestisce la rete elettrica nazionale – e la giovane società specializzata nell'editoria creativa Next Exit, Young Blood è il primo annuario sui giovani talenti italiani che si sono messi in luce nei diversi campi della creatività. Il volume contiene i ritratti di tutti gli artisti italiani che hanno meritato, ovunque nel mondo, un premio o una menzione nel campo dell'arte e della cultura.

L'opera conta 448 pagine ed è composta da circa 200 schede contenenti la biografia dei premiati, i loro curriculum, una breve descrizione del concorso che li ha qualificati e le motivazioni del premio ottenuto. I premi sono stati divisi nelle sezioni di arte, architettura, design, moda, pubblicità, fotografia, grafica, illustrazione, fumetto, cinema, video, web e altri.

Young Blood 2007 è distribuito in libreria al prezzo di € 45.

Assieme all'annuario Young Blood è stato presentato il Premio Terna per l'arte contemporanea, importante progetto italiano per il sostegno dell'arte e dei suoi protagonisti. Tema del concorso: “Trasmettere energia: una metafora contemporanea”.

lunedì 24 novembre 2008

Net-stalgic

Se conosci bene una città ci vivi meglio. Allo stesso modo, adesso che conosciamo internet più di quanto lo conoscevamo quindici anni fa, lo usiamo meglio. In entrambi i casi, però, abbiamo perso gran parte del fascino che una città e internet possedevano prima che li conoscessimo così bene.

Oggi riguardo alla rete, rispetto al... secolo scorso, siamo passati da un territorio vergine a uno civilizzato, cioè da un caos primordiale a una struttura organizzata. Intendiamoci, con grande risparmio di tempo e incremento di funzionalità. Come per quasi tutte le cose, dunque, non si stava meglio quando si stava peggio: si sta meglio oggi. Però un momento di nostalgia, purchè sia breve, va sempre concesso a tutti.

Navigare in internet ora è come muoversi in una grande città piena di indicazioni (spesso peraltro non richieste); prima invece era come vagare in un'immensa città priva di riferimenti: accendevi il computer e ti collegavi alla rete con la sensazione epidermica di tuffarti in un mare di opportunità, di avere il mondo a portata di mano. Ed era effettivamente così, solo che di quel mondo non sapevi bene cosa potevi o dovevi fare.

Non sapevi cosa cercare di preciso, così ti muovevi a caso, cliccando a occhio, seguendo istintivamente tracce, navigando a vista e capitando in luoghi inaspettati e spesso inesplorati, per lo più privi di grande importanza ma affascinanti come quegli angoli sconosciuti di una città che scopri da solo quando ti perdi per mancanza di indicazioni o di senso dell'orientamento.

Spesso eri colto da un blocco e rimanevi lì impacciato, a fissare alternativamente il monitor e la tastiera senza sapere cosa digitare, verso quale parte del mondo dirigerti. E infatti per un certo periodo conobbero un discreto successo i cosiddetti “siti roulette”, i quali ti spedivano loro da qualche parte, letteralmente a casaccio. Ricordo con tenerezza quando atterrai nella home page di una famigliola scozzese, con tanti bambini dai capelli rossicci che avevano messo in rete con orgoglio il loro antico albero genealogico e le foto del luogo meraviglioso in cui vivevano.

Certo era un modo dispersivo di frequentare internet, come lo è girovagare per una città sconosciuta. Ma c'è qualcosa di più affascinante di camminare per viuzze e piazzette ignote senza cartina e senza curarsi dei nomi delle strade?

Oggi è molto diverso il modo di utilizzare internet. Quando la mattina accendo il computer (che in pratica si accende già connesso alla rete, altro incredibile cambiamento rispetto alle attese e ai primitivi rumori di connessione di un tempo) conosco a memoria i passaggi che “devo” effettuare: controllo posta, controllo notifiche su Facebook, panoramica di foto su Flikr, controllo commenti sul blog, lettura di annunci di lavoro e proposte di collaborazione, controllo saldo conto corrente (che tanto è sempre uguale, cioè scarso) e così via rinnovando più volte ognuna di queste azioni fino a sera, interrompendo regolarmente il lavoro, anch'esso naturalmente da fare via internet.

In definitiva: un tempo mi connettevo alla rete senza sapere cosa fare, adesso ogni giorno quando mi connetto mi chiedo se riuscirò a fare tutto quello che devo fare prima di sera. E quasi di sicuro non capiterò mai più per caso sul sito di un'allegra famiglia scozzese.

Poi, gli strumenti a disposizione... I primi rivoluzionari (almeno per me) programmi di chat e messaggistica istantanea, come Icq, spalancavano le porte della connessione globale permanente (perfezionata solo qualche anno dopo dagli abbonamenti a costo fisso). La globalizzazione era piombata nella tua stanza e sentivi di doverne fare qualcosa, anche se non sapevi bene cosa.

Ora che invece la connessione globale permanente è normalità quotidiana, non affascina più così tanto. Sarà per questo che nel 1999, con il rudimentale Icq, dalla mia camera intrattenevo scambi notturni di messaggi con i giovani di Belgrado che si trovavano sotto le bombe, mentre adesso con il raffinato Facebook chiedo alla mia ragazza se ha finito di lavorare, per sapere quando buttare la pasta.

domenica 28 settembre 2008

Terapia d'urgenza, dialoghi da curare!

Si diceva che la nuova serie di Rai 2 "Terapia d'urgenza" si sarebbe distinta dalle altre fiction mediche italiane per il ritmo, che avrebbe ricordato quello delle più fortunate serie ospedaliere made in Usa.
Ho sbocconcellato un paio di puntate, ma il ritmo mi sembra al solito troppo lento, perfino quando le barelle con i feriti entrano al pronto soccorso.
Il peggio però arriva con i dialoghi. Due esempi:

1) Un paziente... impaziente alza la voce con un infermiere, chiedendo notizie sulle sue analisi. L'infermire lo guarda e se ne esce con un terribile "Abbia pazienza, STIAMO LAVORANDO PER VOI". Ma chi scrive 'ste cose?

2) Questo è ancora più improbabile: si parte bene con la scena abbastanza convincente di un intervento intracranico su un bambino. Va tutto bene. Il chirurgo esce dalla sala operatoria per dire ai genitori che l'intervento è ruiscito. Ebbene, il padre pieno di gioia non trova nulla di meglio da dire che: "POSSO OFFRIRVI DA BERE?". E il chirurgo, con piglio severo, declina con un deontologico: "GRAZIE, MAI SUL LAVORO". Sembrava la scena tra una macchietta di paese e un vigile urbano, al bar sport.

Per fortuna domani sera c'è Grey's Anatomy.

giovedì 11 settembre 2008

Esercizio: camminate sui colori!

Ancora qualcosa da William Burroughs e dal suo libro "La scrittura creativa".

Un simpatico esercizio proposto da Burroughs si chiama "camminare sui colori" e consiste in questo: uscite in strada, camminate e concentratevi soltanto sulle cose di un determinato colore.

Scegliete voi la sfumatura che più vi piace cercare e poi cominciate a guardare tutto ciò che vi circonda con il vostro nuovo sguardo. Macchine, cartelli, case, cartacce... va bene tutto.

All'inizio potrà essere difficile individuare oggetti dello stesso colore nel caos urbano, ma lentamente gli occhi e la mente si abitueranno e saranno le cose stesse ad attirare la vostra attenzione.

Non passerà molto tempo prima che oggetti e colori diano il via a un flusso di idee che porterà la vostra mente a spasso nella memoria, risvegliando vecchie storie legate a un oggetto o a un colore. Torneranno vecchi amici (o nemici), vacanze, lavori, città...

Assicura Burroughs: "Quando fate queste passeggiate viaggiate letteralmente nel tempo lungo linee di associazione".

Qualcosa da mettere nero su bianco, poi, ne uscirà sicuramente.

venerdì 29 agosto 2008

Malati di parole?

"La Parola è letteralmente un virus, e non è ancora stata riconosciuta come tale perchè ha raggiunto uno stato di relativamente stabile simbiosi con il suo ospite umano".

William Burroughs - La scrittura creativa

venerdì 25 luglio 2008

Se un uomo morde un cane...

"Se un cane morde un uomo, non è una notizia. Ma se un uomo morde un cane, è una notizia!".
La regola più basilare del giornalismo sì è concretizzata. Succede in Brasile e, naturalmente, fa notizia!


(ANSA) - SAN PAOLO, 24 LUG - Un bambino brasiliano di undici anni si è salvato dall'attacco di un pitbull rispondendo a morsi all'aggressione del cane. Gabriel Almeida è stato attaccato dal cane dello zio, che lo ha azzannato al braccio: con eccezionale sangue freddo, il ragazzino ha preso il pitbull per il collo e gli ha dato un morso fortissimo. L'inversione dei ruoli è bastata perchè il cane se la desse a gambe. Gabriel se l'è cavata con otto punti di sutura, mentre il pitbull sarà sacrificato.

domenica 22 giugno 2008

E' arrivata!

Non so dalle vostre parti, ma qui a Roma l'estate è arrivata.
Quando arriva l'estate?
L'estate arriva quando stai lavando i piatti, li risciacqui, li riponi in alto sullo scolapiatti e le gocce d'acqua fredda che ti scorrono lungo le braccia non ti fanno più bestemmiare dal fastidio, ma sospirare di sollievo.
Ecco, stamattina è successo.

mercoledì 18 giugno 2008

L'ultima pagina di Mario Rigoni Stern


Il grande vecchio se n'è andato.
(foto di Cristiano Carli, tutti i diritti riservati)

Se n'è andato con discrezione, grazie alla sua famiglia che - nonostante fosse nota ai più la malattia che lo stava consumando - è riuscita a mantenere avvolto in un manto di privatezza quest'ultimo tratto della vita di Mario Rigoni Stern. Ultimo tratto concluso ieri, giorno successivo alla morte, con un intimo funerale al cimitero di Asiago.
Asiago e il suo scrittore hanno sempre avuto un rapporto controverso, come quasi sempre succede, del resto, tra un uomo illustre e la sua terra. Un po' fa parte del gioco.
Mario Rigoni Stern aveva fra l'altro posizioni politiche nette, nei confronti delle quali era lecito avere opinioni diverse. Ma ha trasmesso memoria, e questo è sempre un lavoro che merita un'enorme stima.
Memoria della guerra, vissuta, combattuta. E chi l'ha vissuta e combattuta può parlarne, per tutti gli altri è necessaria la sospensione del giudizio.
Io, da asiaghese, sono più legato ai libri di Rigoni Stern in cui protagonista non è direttamente la guerra, ma l'Altopiano (anche se spesso i due aspetti non sono separabili). Ad esempio, Uomini, boschi e api è una meravigliosa opera di memoria della vita e dei mestieri che si facevano un tempo sull'Altopiano, e che in parte si fanno ancora oggi. L'anno della vittoria è un puntuale resoconto di come Asiago ricominciò a vivere dopo la prima guerra mondiale. Sono pagine preziose di storia asiaghese, nelle quali l'intento narrativo non travalica mai il rispetto degli avvenimenti storici.
Ma personalmente, anzi, narcisisticamente, il suo scritto al quale sono più legato è una breve dedica sul suo Meridiano Mondadori, al termine di un'intervista - una delle numerose che mi concesse - durante le vacanze di Natale 2003: "A Cristiano Carli, in ricordo della nostra terra e della nostra gente".

giovedì 5 giugno 2008

mettiamo gli accenti sulle ì

Che fine ha fatto l'accento della parola ""?
Si moltiplicano i casi in cui viene completamente dimenticato (?) o volutamente omesso (!).

Non ho molta stima di come il giornalismo tratta la lingua italiana. Non sono certo un purista, sostengo l'innovazione continua del lessico. Ma il giornalismo il più delle volte non lo innova, il lessico, lo impoverisce soltanto.

Perchè si scrive un triste "si" senza accento? Pigrizia? Comodità? Ignoranza? Propendo per quest'ultima ipotesi, anche quando lo vedo nei titoli di giornali e tv nazionali.

è una parola importantissima, non si può decidere da un giorno all'altro (e poi, in nome di chi?) di cambiare il modo di scriverla.

è la meravigliosa risposta a tante domande, come "mi ami?", oppure la terribile risposta a tante altre, come "è quello che penso che sia, dottore?".

Senza contare il "sì, sì, sì!" che tutti vorrebbero far dire a una donna almeno una volta al giorno.

Sarebbe possibile vivere (male) senza articoli, peggio ancora senza preposizioni. Ma non sarebbe possibile vivere senza il .

Dunque portiamogli rispetto! E restituiamogli il suo accento.

venerdì 2 maggio 2008

Quant'è? Doh!



Mastercard dei Simpson. Non so se sia il primo caso di carta di credito dedicata a un cartone animato...

(foto scattata alla stazione Termini, Roma)

Auguri mamma!

13 maggio, Festa della Mamma.
Altro che lavoretti fatti a scuola, fiori e cioccolatini!
Oggi vanno cosmetici glamour e intimo sbarazzino.
Cambiati i tempi. Ma le mamme saranno cambiate anche loro così tanto?

lunedì 28 aprile 2008